Ultimo aggiornamento il 8 Dicembre 2017 alle 14:00
Anonymous attacca Israele nel cyberspazio
Nelle ultime ore gli hacktivisti con la maschera hanno divulgato nomi, email e password di impiegati pubblici israeliani e diffuso blacklist di siti governativi Usa invitando a colpirli per protestare contro le politiche americane in Medio Oriente
Sono solo una manciata i siti bucati ma già da qualche ora circola un leak copioso di nominativi e asset strategici israeliani: questa volta Anonymous ha assunto le sembianze dei difensori della Palestina per protestare contro la scelta di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.
L’assalto al cyberspace israeliano è cominciato con la solita dichiarazione in stile Anonymous: “Governi di Usa e Israele la nostra pazienza è finita! Basta parole, Adesso si agisce. Anonymous non può stare in silenzio davanti alle vostre azioni. È tempo di Anonymous.”
Gli attivisti con la maschera di Guy Fawkes hanno anche fatto un video e su twitter impazza l’hashtag di Operazione Israele, #opisrael, il modo in cui danno il nome alle loro campagne. Sono stati perfino riesumati gli alias di anonimi fiancheggiatori cyber dell’ISIS come Anonghost per partecipare all’attacco.
L’iniziativa punta a coniugare due battaglie di lungo corso degli attivisti di Anonymous: #OpUSA e #OpIsrael con una serie di hashtag aggiuntivi per la liberazione della Palestina e il riconoscimento di Gerusalemme come sua capitale.
https://www.youtube.com/watch?v=pp3rM5WyHdk&feature=youtu.be
La notizia dell’inizio delle ostilità era circolata già ieri con l’invito a tutta la galassia antagonista di colpire siti e domini americani come la Casa Bianca, La Federal Reserve, il portale open data, della sicurezza sociale e altri indirizzi sensibili del governo USA.
E tuttavia non sembrano esserci risultati effettivi di questa “giornata della rabbia digitale” probabilmente perché i siti elencati come bersaglio da Anonymous sono ben difesi e le armi usate dai guerriglieri digitali risultano spuntate contro di loro. Anche i siti target del governo israeliano sono tutti operativi, e non si saprà presto, forse mai, se sono stati violati nelle loro difese per rubare dati sensibili.
Intanto in rete circola un dump, una sorta di copia di database contenenti i nomi e indirizzi email di impiegati governativi e presunti agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano.
In rete si discute se siano dati sensibili e utili per ulteriori attacchi, ma di certo la guerriglia online scatenata da chiunque oggi indossi la maschera di Anonymous contro il riconoscimento di Gerusalemme stra producendo decine e decine di immagini propagandistiche e di messaggi contro Trump, gli Usa e il governo Nethanhyau.